Cosa sono le pit bike e come sono fatte
8 Dicembre 2020Esistono le minicross, le mini motard ed esistono le pit bike. Le prime costano una fucilata ma vanno come proiettili, grazie a telai e motori raffinati come le fuoristrada “vere”. Le pit bike hanno origini più umili, derivano dalle moto utilitarie cinesi, usate come muletti nei paddock delle gare di velocità, e cadute presto nelle abili mani dei preparatori dei team: la sfida non è solo in pista, prosegue nel Paddock e da qui il nome: “pit” bike! Presto questi piccoli bolidi con motori a 4 tempi e plastiche dalle grafiche accattivanti, sono uscite dai paddock, diventando le “prime moto” di figli e le “ultime” dei papà. Costano poco e arrivano per posta, il bello è anche montarle (guarda il video “Come montare una pit bike: guida e istruzioni”). In questo articolo trovate una guida completa al mondo delle pit bike.
SOMMARIO
CHE COSA SONO LE PIT BIKE
LE PIT BIKE POSSONO CIRCOLARE IN STRADA?
IL MOTORE DELLE PIT BIKE
LE CARATTERISTICHE DELLE PIT BIKE
PRIMA DI COMPRARE UNA PIT BIKE
DOVE VENGONO PRODOTTE E QUANTE SONO LE PIT BIKE
PARTI SPECIALI E AFTERMARKET
L’ELABORAZIONE DELLA PIT BIKE
PIT BIKE: UNA MOTO ACCESSIBILE
IL BOOM DELLE PIT BIKE
DOVE GIRARE: SCEGLIERE LA PISTA
IL MERCATO DELLE PIT BIKE IN ITALIA
CHE COSA SONO LE PIT BIKE
Ci siamo chiesti cosa differenzia una pit bike da tutte le altre moto, tanto da dare vita a un “movimento” di piloti che possiamo chiamare pit-biker in quanto differenti da ogni altro gruppo di sportivi motociclisti. Le dimensioni? Certo le pit sono piccole, ma a parte le suddivisioni “interne” al mondo pit, le dimensioni non sono sufficienti a definire univocamente una pit bike, basti pensare alle minicross che, seppur delle stesse dimensioni più o meno, sono quanto di più lontano esista dalle pit bike.
La cilindrata? Nemmeno, le pit vanno da 90 cc (si possono considerare anche le 70 cc come limite inferiore) a poco oltre 200 cc.
Il telaio? Esistono così tanti tipi di telaio, da quello super economico composto da due tubi in croce, letteralmente, alle più raffinate strutture in alluminio scatolato che niente hanno da invidiare a ciclistiche simili utilizzate nei GP del Motomondiale.
Il prezzo? Da 300 a 8.000 euro, questo è il range di costo che va dalla cinesata che si smonta al primo colpo di pedivella alla più raffinata racer in circolazione.
Allora, arriviamo a un elemento che contraddistingua univocamente le pit bike o dobbiamo andare avanti ancora quanto con questo escamotage da scrittore da quattro soldi?
LE PIT BIKE POSSONO CIRCOLARE IN STRADA?
No, non essendo omologate le pit bike non possono circolare per strada, ma solo in circuiti e piste predisposti. Tuttavia proprio per il fatto che le pit bike non possono circolare in strada non sono soggette all’assicurazione e alla tassa del bollo.
IL MOTORE DELLE PIT BIKE
Qualsiasi pit bike per essere definita tale, basta che adotti un motore monocilindrico, 4 tempi, con cilindro orizzontale o solo leggermente inclinato verso l’alto, con trasmissione a marce (con frizione semi automatica o meno, ma con rapporti a ingranaggi) e trasmissione finale che preveda la ruota posteriore separata e non supportata dal motore, come sugli scooter per capirci. Potremmo aggiungere che la cilindrata dovrebbe essere compresa più o meno tra i 70 e i 200 cc, giusto per tappare la bocca ai più “capziosi” (sì, mi rivolgo a voi là in fondo sempre pronti a contestare…) che potrebbero sostenere (leggendo la prossima frase, fate la voce da ragazzina antipatica): “E se montassi un motore che rispetta tutti i parametri ma da 1.000 cc?”. Vorrebbe dire che siete dei gran rompiglioni ma, come detto, la cubatura è tra 70 e 200 cc, più o meno, e morta lì, va bene?
Una volta stabilito che l’unità motrice deve rispettare questi parametri, il resto vien da sé. Vogliamo vedere assieme?
LE CARATTERISTICHE DELLE PIT BIKE
Una pit bike per essere una pit bike deve possedere un motore che sia:
- monocilindrico orizzontale;
- ciclo a 4 tempi;
- trasmissione a marce con ingranaggi;
- ruota posteriore non fissata al motore;
- cilindrata non (troppo) oltre i 200 cc e non (troppo) inferiore ai 70 cc.
Una volta definite teoricamente le caratteristiche che definiscono una pit bike, torniamo nel mondo reale per scoprire che i motori che rispettano queste caratteristiche sono tipicamente cinesi (in realtà abbiamo compiuto un’operazione di retro-definizione, osservando una pit bike ed estrapolandone le caratteristiche base e non il contrario), e sono dotati di due punti di attacco al telaio, ugualmente disposti a prescindere dalla marca del motore. Questa è una caratteristica fondamentale che ha permesso di produrre molti tipi di telaio adatti a tutti i motori più diffusi: YX, Lifan, Zonghsen i marchi più noti del grande continente cinese. CRF50 e CRF70 i nomi dei telai prodotti da molte aziende, più noti sul mercato. Mercato che è quasi unicamente on line, altra caratteristica secondaria delle pit bike, le moto che hanno dato il via alla grande all’e-commerce di un veicolo che nessuno avrebbe mai pensato di comprare senza nemmeno vederlo dal vivo.
La modularità di motori e ciclistiche ha consentito, a cascata, la produzione a decine di migliaia di pezzi alla volta, a dir poco, di freni, forcelle, ammortizzatori, manubri, ruote, ecc.
Mass Production nella sua espressione più moderna e dai numeri impressionanti, proveniente da un Paese storicamente considerato incapace di realizzare prodotti se non copiati di sana pianta.
PRIMA DI COMPRARE UNA PIT BIKE
Ci sono alcuni elementi da verificare e controllare, prima di acquistare una pit bike, nuova o usata: motore, freni, componentistica, forcella.
Nel video “Cosa controllare prima di comprare una pit bike” Kapakkio spiega nel dettaglio e in modo pratico come capire se la moto è in buone condizioni e la qualità delle componenti.
Cosa controllare prima di comprare una pit bike. Guarda il video >
DOVE VENGONO PRODOTTE E QUANTE SONO LE PIT BIKE
Le aziende costruttrici di moto cinesi costruiscono normalmente moto. Intendiamo tutta la moto: ruote gomme, freni, motori, telai, sospensioni, tutto fatto all’interno, nei limiti (per modo di dire, quando un’azienda è grande come Bergamo) dell’azienda stessa. Beh se si considera che Zonghsen produce oltre 10 milioni di moto l’anno si capisce anche il perché e si capisce anche come facciano a proporre una gran bella pit bike da cross, di 140 cc di cilindrata, di qualità più che buona, a 1.000 euro nuova di pacca. Mille euro e anche meno, con il ricarico di chi la importa, scusate, perché acquistando direttamente in Cina diciamo, 300 pit bike che non sono nemmeno tante, il prezzo a moto è di circa 170/200 euro. E occhio he adesso non si smontano più, sono affidabili, belle esteticamente, divertentissime da guidare, trasportabili senza per forza avere un furgone o un carrello e con 20, 30 euro giri tutto il giorno in un bel campetto costruito su misura per le pit bike.
PARTI SPECIALI E AFTERMARKET
Al di là delle considerazioni economiche mondiali, il mercato dell’aftermarket di parti speciali per le pit bike è colmo, nel disordine più totale, di offerte allettanti, di parti identiche vendute a 10 come a 100 euro, per cui bisogna sapersi orientare. Perché dalla Cina arriva tutto, ma anche di tutto. Con l’esperienza di www.motokapakkio.it, che si propone di mettere un poco d’ordine in questo caos e di selezionare parti speciali valide o ancora di rendere valide parti speciali che allo stato in cui si trovano al momento dell’acquisto, mancano di una decina di lavorazioni di finitura per essere considerate tali. Residui di limatura, trucioli metallici, finiture inconcepibili per lo standard delle nostre aziende costruttrici motiva il prezzo stracciato di ad esempio un carburatore, venduto a 40 euro. Come se il costruttore cinese vendesse non al cliente finale, ma a un terzista che si dovrebbe occupare, come avviene spesso dalle nostre parti, della finitura del pezzo. Già peccato che proprio queste lavorazioni di fino sono quelle più costose e il carburatore da 40 schizza a 100 euro, considerando il tempo e i materiali necessari a portarlo a un livello che però è da considerarsi eccellente e concorrenziale con lo stesso carburatore prodotto da aziende storicamente specializzate. Si tratta di un altro fenomeno nuovo: in fondo per elaborare un motore certe lavorazioni andrebbero comunque eseguite per adattare al meglio anche parti molto costose e allora tanto vale partire da un “grezzo” il cui costo minimo non impatta sul prezzo finale, quasi tutto attribuibile a lavorazioni speciali comunque previste.
IL FASCINO DEL “PICCOLO E CATTIVO”
Perché piacciono così tanto queste piccole moto? Sono facili, divertenti, “amichevoli” da guidare da subito, montano teli in acciaio stabili e la potenza non è elevata in assoluto: un motore da 140 cc eroga 14 cv ma soprattutto ha una buona coppia ed è intuitivo da sfruttare nei circuiti dedicati a queste moto, in cui con 14 cv ci si diverte eccome. Soprattutto girando nei tracciati dedicati alle pit bike (ci riferiamo a quelle da cross, ma esistono anche le motard, tendenzialmente più esasperate), come Castelletto di Branduzzo vicino a Milano non ci si preoccupa che il figlio di 11, 12 anni in pista col papà, venga “saltato” da missili da 450 cc. Insomma, prezzo d’acquisto che per una 140 cc di buona qualità bastano 1.000 euro, la meccanica semplice ha costi di manutenzione (guarda il video: “Come e ogni quanto cambiare l’olio alla pit bike e come fare il rodaggio”) irrisori, il tagliando prevede 1 litro d’olio, filtro aria da pulire e quando finisce la gomma posteriore (leggi l’articolo “Manutenzione pit bike: cosa e come fare”) beh, 30-50 euro per un treno di buona-ottima marca dovrete “cacciarli”. I costi delle piste sono contenuti, a seconda delle piste si aggirano attorno ai 50 euro per mezza giornata. Le pit bike, motard o cross, riavvicinano inoltre i motociclisti 50enni ai loro romantici 14 anni, quando passavano tanto tempo a montar marmitte ed elaborazioni, quanto in strada a esibire il 75 cc nuovo fiammante.
Il contatto con la meccanica, sapere che succede “lì sotto” è qualcosa che è dentro ogni vero motociclista e che l’elettronica (guarda il video “Come elaborare la pit bike con centralina ad anticipo variabile e bobina racing”, e meccaniche raffinate hanno allontanato dalle mani dei dilettanti e dai loro garage attrezzati giusto il minimo.
Certo, nel panorama delle pit bike esistono preparatori di buon livello, ma comunque non serve certo quello necessario a far correre per davvero una Panigale V4. Per quanto ogni tecnico si reputa il migliore al mondo… e questa è una delle caratteristiche insite nel preparatore.
Tuttavia, abbiamo visto che più per calcolo si va per tentativo nel preparare questi motori: quando una testata nuda costa una cinquantina di euro, chi si mette a misurare sui banchi di flussaggio la miglior efficienza di un condotto? Beh, noi lo facciamo, perché oltre alla pratica ci piace la grammatica e ci piace consegnare un motore preparato con il relativo grafico del banco prova allegato.
BELLE E ACCESSIBILI
Ma il bello è che ognuno mette le mani, sempre che lo voglia, sulla propria pit come preferisce: da solo in garage guardando un tutorial (guarda il video “Come installare contagi e contaore sulla pit bike”, affidandosi all’officina dell’amico meccanico, bravo o pasticcione che sia, spendendo soldi dal noto preparatore che si è fatto un nome negli anni. Ragazzi, vi ricordate com’erano accessibili le moto prima che arrivassero i cyberbolidi a due ruote? Esattamente così! Beh, attenzione, una pit bike non può certo sostituire le sensazioni e le emozioni che una moto “vera” può regalare: piegare in pista fino a 57° di inclinazione e oltre, arrivare a una staccata a 300 km/h, saltare un “panettone” volando a 12 metri d’altezza per 20-30 metri in lungo sono cose dell’altro mondo… mentre correre a livello suolo con la moto che avete preparato con le vostre mani è tutt’altra cosa, vero? Ma quando è stata l’ultima volta che vi è capitato di fare le manovre descritte sopra?
Davvero un interessante spunto di riflessione, l’importante per noi di motokapakkio (guarda il sito https://www.motokapakkio.it) è essere sempre con le ruote in pista!
IL BOOM DELLE PIT BIKE
Piccole, senza targa, nessuna spesa d’immatricolazione e sempre più vendute. Sebbene la diffusione delle pit bike in Italia non abbia ancora raggiunto i volumi di altre nazioni a noi vicine, queste moto di piccole dimensione sono sempre più apprezzate e vendute, tanto da far registrare un vero e proprio boom.
Che siano da cross o in configurazione motard, le pit bike sono un fenomeno estremante eterogeneo e catalizzano l’attenzione sia del ragazzo non ancora quattordicenne con i prima “calori” motociclistici, sia del motociclista più “maturo”, over quaranta, che ritrova in queste motociclette, con cilindrate che variano dai 110 cc ai 170 cc, tutta la componente ludica e l’entusiasmo proprio delle sue prime “esperienze” a due ruote. E forse è proprio in questa versatilità che va cercata l’origine del successo delle pit bike, associata ad un investimento contenuto per l’acquisto e la manutenzione e al tanto divertimento che ne segue. Non tralasciando mai la sicurezza però e quindi un abbigliamo adatto per girare in pista: casco (guarda il video “Come scegliere il casco giusto per le pit bike”), tuta, stivali (leggi l’articolo “Come scegliere gli stivali per pit bike”), guanti.
SEMPRE IN PISTA
Altro fattore che ha contribuito al “pit bike boom” sono le infrastrutture, infatti, diciamolo subito, non essendo omologate non possono circolare per strada, ma la loro diffusione è crescita parallelamente alla conversione di piste e tracciati da cross in circuiti appositamente dedicati alle pit bike, dove girare liberamente (spendendo cifre assolutamente abbordabili) e dando sfondo a tutta la nostra passione per le corse. Infatti, non esiste regione italiana che non abbia un tracciato dedicato e spesso molto frequentato.
VENDITE IN AUMENTO
Sebbene la diffusione delle pit bike in Italia non abbia ancora raggiunto i volumi di altre nazioni a noi vicine, queste moto sono sempre più apprezzate e vendute, tanto che attualmente si registra un vero e proprio boom. Difficile calcolare esattamente il numero di pit bike presenti nel nostro Paese, siano essi da cross o da motard, ma le stime attuali, riunendo le versioni cross e motard, oscillano tra le 60.000 e le 80.000 moto. Le vendite annuali, invece, si attestano tra le 7.000 e le 10.000 unità. Mica male!
Chiudiamo con una considerazione: la pit bike aspetta solo di essere pronta per conquistarvi e farvi dare un’occhiata dentro al portafogli. Nessuna assicurazione, costo d’acquisto e manutenzione, preparazione, utilizzo, stracciato, non basso. Non serve il furgone per trasportarla e la stessa che usate voi la usa vostro figlio. Infine le moto da Cross e Motard si sa, dopo due anni valgono quanto un soldo bucato, 8-10.000 euro che diventano 2.000 in 4, 5 anni. Una pit bike da 1.000, 2.000 euro comunque varrà almeno 500-600 euro se mantenuta in buone condizioni e vi farà divertire sia quando sarete in sella sia quando in garage sarete impegnati a montare il carburatore più grosso, così alla prossima uscita vedranno, in fondo al rettilineo… ricordate, come a 16 anni?